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Legge 185:
Rinvio della discussione. Senato sotto
pressione?
di Benedetta
Verrini (b.verrini@vita.it)
09/10/2002 |
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Che sia il
risultato delle migliaia di email e proteste e
iniziative della società civile ed enti locali? Il Sen.
Bedin conferma "Sì, non fermatevi" |
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"Pochi minuti
fa abbiamo appreso che è stato cambiato il calendario
dei lavori dell'aula del Senato e che, di conseguenza,
la discussione del DDL 1547 prevista per domattina è
destinata ad altra data." Lo comunica Tonio dal'Olio,
portavoce della campagna "Difendiamo la Legge 185".
"Chissà che tutta questa campagna di pressione non
crei qualche rigurgito di coscienza..."!. Il senatore
Tino Bedin, capogruppo della Margherita in commissione
Difesa, commenta gli sviluppi sulla discussione del
disegno di legge 1547: lo ha seguito prima ancora che
arrivasse al Senato. E si è “messo di traverso” fin
dall'inizio.
Vita: Cosa c'è che non va in
questo disegno di legge, senatore? Una volta
approvato, renderà più complicato controllare l'export
di armi, soprattutto quando il governo darà l'avvio ad
accordi commerciali con Paesi non appartenenti
all'Accordo di Farnborough e con imprese private. A quel
punto sarà difficilissimo capire dove è andata a finire
una produzione militare. E ci sarà il rischio che alcuni
Paesi possano comprare legalmente le forniture e poi
rivenderle in zone di conflitto.
Vita: Quando
ha sentito parlare, per la prima volta, della Campagna
in difesa della 185? Non in Parlamento. Ne ho
sentito parlare, attraverso la posta elettronica, dalle
associazioni che si erano mobilitate. In Veneto è
particolarmente attiva la Rete di Lilliput. Anche la
Chiesa padovana costituisce un grande punto di
riferimento, attraverso la pastorale sociale e i gruppi
missionari. Quando il ddl è arrivato in Senato, insieme
ai colleghi dell'Ulivo, abbiamo subito chiesto lo
stralcio degli articoli che riguardavano direttamente la
185.
Vita: Invano, purtroppo. La maggioranza
è rimasta sorda alle vostre richieste. E' vero,
anche se in privato abbiamo raccolto imbarazzi e
personale comprensione. Diversi colleghi di An, ad
esempio, hanno capito che lo stralcio sarebbe stato
utile, ma non l'hanno espresso formalmente. L'unica,
autorevole, presa di posizione formale è stata del
senatore Andreotti, che è andato nella nostra stessa
direzione. Ma il sottosegretario Berselli, che ha
presieduto tutte le sedute, non ha mai nemmeno
cominciato un dialogo sul tema.
Vita: Oltre
che nella maggioranza, non ha colto un po' d'imbarazzo
anche tra i colleghi diessini.? Si sono visti più volte
rinfacciare che il disegno di legge sulla 185 risale al
governo D'Alema... Su questa faccenda è giusto
fare giustizia e chiarezza: al Senato il gruppo Ds ha
fatto la sua parte per stoppare il disegno di legge. E
il testo di modifica della 185 presentato dal governo
D'Alema era del tutto diverso: introduceva una revisione
della legge quadro, ma non comprendeva né l'Accordo di
Farnborough, né parlava di licenza globale di progetto.
Vita: E se in Aula, allora, ci fosse qualche
rigurgito di coscienza? Magari! Se questo
imbarazzo, accresciuto dalla pressione dell'opinione
pubblica, si traducesse in voti contrari da parte di
esponenti della maggioranza…sarebbero utili anche alcuni
emendamenti migliorativi…
Vita: Ad
esempio? Sulla questione delle violazioni dei
diritti umani, bisognerebbe scrivere che vale qualunque
violazione, e non solo quelle “gravi”. E poi,
bisognerebbe fare aggiustamenti per conservare la
trasparenza delle transazioni finanziarie.
Vita: Cosa pensa della grande mobilitazione
degli enti locali? I consigli provinciali e
comunali hanno saputo esprimere al meglio il sentimento
dell'opinione pubblica: qualsiasi questione riguardane
la pace, oggi, colpisce profondamente la gente. E gli
amministratori locali ne sono i più sensibili
interpreti.
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